Floralism nasce dal desiderio di esplorare nuove possibilità e territori e trova nella contaminazione un ingrediente fondamentale per la crescita e il cambiamento.
La fotografia, nella sua interazione tra luce e materia, ci restituisce visioni diverse che nascono dalle prospettive di 3 fotografi: Federico Massimiliano Mozzano, Giulio Di Mauro e Tania Alineri, appassionati al mondo dei fiori e della botanica. I loro sguardi ci mostreranno le potenzialità delle installazioni.
Ha frequentato l’Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione R. Rossellini, con la qualifica di operatore di ripresa e direttore della fotografia, in seguito la Facoltà di Lettere e Filosofia, con indirizzo Storico-Artistico.
Ha iniziato a lavorare in contesti archeologici fin da giovanissimo, prima come assistente tecnico scientifico del GfN (Gabinetto Fotografico Nazionale)/ ICCD e successivamente come fotografo, alcune campagne fotografiche di rilievo su incarico della Soprintendenza Archeologica di Roma: Basilica Sotteranea di Porta Maggiore (1992) Anfiteatro Flavio ( 2001 ) Santa Maria Antiqua ( 2004 ) Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps ( 2005 ) Museo Palatino Statue ( 2007 ) La casa di Augusto ( 2007 ) La Documentazione dei sotterranei delle Terme di Caracalla e le lesioni sul monumento (2011). Per conto dell’Istituto Storico Austriaco, la documentazione dei reperti marmorei della Basilica Ulpia al Foro di Traiano (2012). Sant’Agata, Santa Maria Antiqua (Electa Mondadori 2016).
Negli ultimi anni ha lavorato su diverse campagne di advertising, tra cui le campagne aziendali per Convert Spa, Davines Spa e Enel, Teatro Argentina, Teatro Quirino, per Teatro India, Teatro Stabile di Trieste. Attualmente è impegnato, per conto di un fondo privato, nella documentazione di reperti museali di epoca tardo romana.
Giulio Di Mauro nasce a Roma nel 1978. Nonostante l’attitudine nomadica che spinge in avanti, eredita dall’indolente capitale l’interesse per la Storia (dell’arte prima, e della cultura culinaria poi) ed il gusto per la nostalgia. Il tempo è il perno dei suoi principali progetti: su tutti Post Romantic Empire (2003 > 2012) che è sia archivio di ritratti che etichetta discografica, dedicato alle eredità del Romanticismo, e la costituzione del fondo di foto d’epoca e progetto curatoriale The Peer Gallery (dal 2008, fondato con l’artista inglese David Tibet).
Già assistente di Angelo Cricchi e fotoreporter per Ansa Milano, e dopo una divertentissima quanto faticosa carriera come fotografo di moda – riconosciuta dai magazines dei gruppi Condé Nast prima e Hearst poi (e da marchi quali Louis Vuitton, Bruno Magli, Testoni) – a partire dal 2011 concentra la sua ricerca visuale nel Food, settore in cui perde la settorialità tecnica e trova una sintesi stilistica tra still life, architettura, reportage e ritratto.
La definizione dello stile di Giulio Di Mauro è avvenuta prevalentemente grazie al bagaglio tecnico dello still life, che da sempre ama portarsi in spalla, come mostrano le numerose recenti pubblicazioni per Feltrinelli, Gribaudo, Giunti e Newton Compton.
Il fondale bianco (utilizzato per la riproduzione di accessori come di opere d’arte) è diventato esso stesso parte del suo linguaggio: un non-luogo dell’anima, spazio mentale che svela il feticismo delle merci e ne amplifica la desiderabilità, che gli consente di portare la natura morta commerciale fuori dagli studi e dagli schemi.
Giulio Di Mauro nasce a Roma nel 1978. Nonostante l’attitudine nomadica che spinge in avanti, eredita dall’indolente capitale l’interesse per la Storia (dell’arte prima, e della cultura culinaria poi) ed il gusto per la nostalgia. Il tempo è il perno dei suoi principali progetti: su tutti Post Romantic Empire (2003 > 2012) che è sia archivio di ritratti che etichetta discografica, dedicato alle eredità del Romanticismo, e la costituzione del fondo di foto d’epoca e progetto curatoriale The Peer Gallery (dal 2008, fondato con l’artista inglese David Tibet).
Già assistente di Angelo Cricchi e fotoreporter per Ansa Milano, e dopo una divertentissima quanto faticosa carriera come fotografo di moda – riconosciuta dai magazines dei gruppi Condé Nast prima e Hearst poi (e da marchi quali Louis Vuitton, Bruno Magli, Testoni) – a partire dal 2011 concentra la sua ricerca visuale nel Food, settore in cui perde la settorialità tecnica e trova una sintesi stilistica tra still life, architettura, reportage e ritratto.
La definizione dello stile di Giulio Di Mauro è avvenuta prevalentemente grazie al bagaglio tecnico dello still life, che da sempre ama portarsi in spalla, come mostrano le numerose recenti pubblicazioni per Feltrinelli, Gribaudo, Giunti e Newton Compton.
Il fondale bianco (utilizzato per la riproduzione di accessori come di opere d’arte) è diventato esso stesso parte del suo linguaggio: un non-luogo dell’anima, spazio mentale che svela il feticismo delle merci e ne amplifica la desiderabilità, che gli consente di portare la natura morta commerciale fuori dagli studi e dagli schemi.
Tania Alineri è nata a Roma nel 1983 sotto il segno della bilancia. E’ cresciuta tra le tante foto d’epoca di sua nonna e fin da giovane ha sviluppato una forte attitudine all’arte nelle sue varie espressioni. Seguendo le orme del padre, fotografo per passione, ha studiato, sperimentato e coltivato il suo interesse per la fotografia. Grazie ai suoi studi universitari nel campo del cinema, ha sviluppato uno sguardo critico e attento nell’uso dell’obiettivo. Con il titolo di fotografa e Art Director lavora fra Milano e Roma nel campo della moda e vanta numerose collaborazioni con riviste e designer nazionali ed internazionali. A maggio 2019 espone a Roma la serie fotografica “Cromaterra” per la mostra “Moonscapes” insieme al designer Gio Tirotto. Dal 2015 insegna fotografia e fotografia di moda all’interno di un’Accademia privata.